Storie dal quartiere

Boccaleone: il mio quartiere da 105 anni
Rina Agliardi si racconta

Pierina Agliardi detta Rina è nata a Boccaleone in via della Fornace, 4 (ora via Gabriele Rosa, 8) il 19 novembre 1915, quando suo padre era partito per il fronte della prima guerra mondiale. Diplomata insegnante elementare ebbe il primo incarico a Carenno nel 1942, fu “comandata” dal Provveditore come Vigilatrice dei bambini di famiglie italiane che erano stati portati via dalla Libia per la guerra. Fu maestra elementare in vari paesi della bergamasca fino al 1978 quando da 17 anni insegnava a Grassobbio dove è ancora amata e ricordata per aver formato molte generazioni che continuano a venirla a trovare per festeggiare le diverse ricorrenze dell’anno.

Da quando aveva 25 anni ha offerto la sua collaborazione alla parrocchia e al quartiere, dedicandosi all’Azione Cattolica, collaborando con il CIF (Centro Italiano Femminile). Fu delegata parrocchiale del gruppo missionario, dell’Opera Barbarigo per il nuovo seminario, animatrice dell’oratorio femminile, catechista per 50 anni e lungamente membro del consiglio pastorale parrocchiale, ideatrice del gruppo liturgico. Ha cooperato con tutti i parroci che si sono susseguiti in parrocchia da don Milesi a don Mascheretti non dimenticando di partecipare all’attività caritativa della Conferenza S.Vincenzo e dell’UNITALSI. Avendo avuto sempre amore per tante famiglie, ha partecipato ai loro avvenimenti gioiosi o tristi con la sua presenza e attualmente con scritti o telefonate e con la preghiera, guadagnandosi l’affetto di tanti che vedono tuttora in lei un punto di riferimento nel quartiere.

Essendo la più anziana di Boccaleone è ben contenta di raccontare episodi, ricordare e trasmettere la memoria di ciò che è stato vissuto e si è susseguito nel tempo, delle persone e delle famiglie che hanno vissuto nel territorio in cui da 105 anni lei abita e del quale conosce le radici. Nel 2015 per i suoi 100 anni e per il suo impegno in passato, ha ricevuto dal Comune di Bergamo l’onorificenza. Rina abita da sola nel suo appartamento nella casa costruita dai suoi genitori cento anni fa, vicino alle nipoti che la assistono e attraverso le quali partecipa alla vita delle famiglie dei nipoti e trisnipoti.

Dietro a tanta storia e impegno, abbiamo pensato di fare una brevisima intervista e porre quindi a Rina qualche domanda:

Rina, come trascorri le tue giornate?

Leggo, scrivo, guardo la TV, telefono e soprattutto prego.

Qual è “l’immagine” di Boccaleone del passato che ti è maggiormente rimasta nel cuore?

La partecipazione al pellegrinaggio di Stezzano, la quarta domenica di settembre, quando tutti sui carretti agricoli ci trasferivamo al Santuario per una giornata di preghiera e di svago .

Tutte le famiglie si ritrovavano sul prato della chiesa dove venivano stese le tovaglie per “tenere il posto” (doveva essere sempre lo stesso). Messa solenne, pranzo al sacco, benedizione pomeridiana, poi una bella chiacchierata, qualche bicchiere di vino, giochi di bambini con raccolta di castagne “genge”. Alle 17 tutti di nuovo sui carretti per il ritorno a casa.

Ci si accontentava di poco allora, ma si era gioiosi, c’era una grande fraternità, solidarietà, aiuto reciproco tra le famiglie nei momenti difficili.

Visto che Rina continua ad interessarsi anche di tutto ciò che coinvolge la vita del quartiere e vuole esserne informata, abbiamo chiesto:

Cosa ne pensi del progetto del treno per Orio?

Ci conferma di aver firmato la petizione promossa dal Comitato di quartiere per la modifica del progetto perchè è convinta che il quartiere non debba essere diviso in due parti.

Ricorda quanto fece il parroco don Milesi perché fosse costruita la passerella nel 1950 affinchè gli abitanti della Clementina (che non è un quartiere a sé, ma una zona di Boccaleone) potessero godere dei servizi che si trovavano da questa parte della ferrovia nella Boccaleone vecchia: i medici, le scuole, la chiesa parrocchiale, l’oratorio, la farmacia, e l’ufficio postale.

Rispetto al 1950 oltre alle case popolari chiamate “Clementina” col passare degli anni si sono aggiunte quelle di via Rovelli, Recastello, Varisco, Amighetti, ecc.

Tante persone quindi saranno tagliate fuori se verrà chiuso definitivamente il passaggio a livello e verranno innalzate, così come mi dicono, delle barriere altissime a ridosso delle case. La parrocchia sarà divisa! Non si deve fare! Non si deve proprio fare.